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Il costo nascosto dell’inflazione: imprese costrette a sacrificare la sostenibilità e gli standard lavorativi

Uno studio commissionato da Ivalua mostra che l’82% delle imprese italiane si è orientato verso operazioni commerciali più locali o sta pianificando di farlo per far fronte all’incertezza.

Milano, 7 settembre 2023. Una ricerca di Ivalua, leader mondiale nelle soluzioni di Cloud Spend Management, ha rivelato che il 90% delle supply chain delle aziende è stato interrotto dall’inflazione negli ultimi 12 mesi. Questo dato è ancora più marcato in Italia, dove la percentuale sale al 94% delle organizzazioni intervistate.

A causa dell’aumento dell’inflazione e dei costi, le organizzazioni sono state ostacolate nei loro sforzi per migliorare la sostenibilità della supply chain (64%) e gli standard lavorativi (63%). In Italia, questi dati sono leggermente inferiori, con una percentuale del 58%.

Questo, nonostante le crescenti pressioni normative in materia di trasparenza e rendicontazione e l’aumento dei casi di schiavitù moderna. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nel 2021 ben 49,6 milioni di persone vivevano in condizioni di schiavitù moderna, di cui 27,6 milioni erano costrette al lavoro forzato e 17,3 milioni nel settore privato. 

Lo studio commissionato da Ivalua, condotto da Sapio Research, ha inoltre rilevato quanto segue:

  • I costi prevalgono sulla sostenibilità. Più della metà delle organizzazioni (57%) preferisce lavorare con fornitori più economici anziché più ecologici a causa dell’aumento dei costi. In Italia, pur rimanendo relativamente alta, la percentuale è leggermente inferiore, pari al 48%.
  • Le aziende si affidano alla rilocalizzazione per ridurre l’incertezza. Più di un terzo (35%) delle organizzazioni si è orientato verso operazioni più locali nella propria supply chain negli ultimi 12 mesi per far fronte alla costante incertezza e un ulteriore 42% ha in programma di farlo. In Italia, una percentuale inferiore (26%) lo ha già fatto, ma più della metà (56%), significativamente superiore alla media globale, ha in programma di farlo.
  • Il ritorno dei tagli ai costi. Le organizzazioni hanno risposto all’inflazione elevata concentrandosi maggiormente sulla riduzione dei costi (50%), sull’efficienza operativa (40%) e sull’aumento del peso dei costi nella selezione dei fornitori (26%). L’Italia ha registrato tendenze simili a quelle globali: Il 44% ha aumentato la propria attenzione alla riduzione dei costi, il 32% all’efficienza operativa e la stessa percentuale (26%) ha dato maggior rilievo ai costi nella selezione dei fornitori.

“L’inflazione ha influito sui progressi dell’ESG. Mentre le aziende tagliano i costi per far fronte alla tempesta dell’inflazione, le questioni legate all’ambiente e alla lotta contro la schiavitù moderna sono finite in secondo piano. In questo modo le organizzazioni rischiano di non raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica, di fare greenwashing e di non soddisfare i requisiti normativi ESG”, commenta Alex Saric, esperto di smart procurement di Ivalua.

“Inoltre, molte organizzazioni stanno spostando le operazioni della supply chain per mitigare il rischio di interruzioni dovute a questioni geopolitiche. Tuttavia, coloro che optano per l’onshoring devono mantenere una certa diversificazione nei profili di rischio al fine di ridurre l’impatto di potenziali interruzioni locali”.

L’approvvigionamento può contribuire a mitigare le interruzioni

Le imprese dichiarano che negli ultimi 12 mesi sono state danneggiate dall’aumento del costo dell’energia e dei carburanti (86%) e delle materie prime (84%); questo dato è ancora più rilevante in Italia, dove la percentuali corrispondenti sono del 92% e del 90%. Inoltre, il conflitto in Ucraina continua a impattare le imprese europee, in particolare, in Francia (83%), Italia (82%) e Germania (79%).

Quasi la metà (49%) dei responsabili del procurement ritiene che la propria organizzazione non sia adeguatamente attrezzata per affrontare e reagire all’incertezza. 

Oltre due terzi dei responsabili degli acquisti desiderano maggiori responsabilità per aiutare a gestire l’incertezza, ma solo il 37% si sente sufficientemente responsabilizzato dalla propria organizzazione. In Italia, solo il 20% dei team di procurement si sente valorizzato dalla propria organizzazione nel contribuire a gestire l’incertezza, i costi elevati e le interruzioni.

“I team di procurement hanno il potere di aiutare le aziende a ridurre l’impatto dell’inflazione. Grazie alla tecnologia, i responsabili degli acquisti possono migliorare la visibilità della supply chain e la collaborazione per individuare le opportunità di lavoro con i fornitori per ottenere risparmi a lungo termine”, conclude Saric. “Ad esempio, i pagamenti anticipati o gli acquisti in blocco possono contribuire a contenere l’impatto dell’inflazione, garantendo sconti all’acquirente e riducendo il rischio per il fornitore. Questo aiuterà le organizzazioni a promuovere solide relazioni con i fornitori, in modo da poter continuare a collaborare sulle iniziative ESG senza sacrificare le relazioni attraverso l’attenzione ai risparmi sui costi”.

Informazioni sulla ricerca

L’indagine è stata condotta da Sapio research nel luglio 2023 per conto di Ivalua ed è basata su un campione di 850 responsabili degli acquisti provenienti da diverse nazioni, tra cui Regno Unito (250), Stati Uniti (250), Germania (100), Francia (100), Svezia (50), Paesi Bassi (50) e Italia (50).

Ivalua

Ivalua è leader nella fornitura di software per lo Spend Management, basato su cloud. La nostra piattaforma completa e unificata consente alle aziende di gestire efficacemente tutte le categorie di spesa e tutti i fornitori, aumentando la redditività, migliorando le performance ESG, riducendo i rischi e migliorando la produttività dei dipendenti. Centinaia di aziende, tra le più famose al mondo, utilizzano la nostra soluzione e siamo riconosciuti come leader dai più prestigiosi analisti di settore. Per saperne di più: www.ivalua.com. Seguiteci su LinkedIn e Twitter.

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